Le fontanelle del neonato sono sei. Le conoscete? Abbiamo:
✔️ La fontanella bregmatica: tra frontale e parietale ed è di forma romboidea
✔️ La fontanella lambdoidea: tra parietali e occipite, di forma triangolare
✔️ Due fontanelle asteriche tra parietale, occipite e temporale
✔️ Due fontanelle pteriche  tra parietale, frontale e parietale

Le fontanelle hanno una grandissima importanza nel neonato. Ognuna di esse ha un range entro cui saldarsi. Una eventuale saldatura precoce o un eventuale ritardo nella chiusura potrebbero indicarci la presenza di una problematica del nostro neonato.

Molti genitori si chiedono cosa sono, quando si chiudono, cosa succede se si chiudono troppo presto o troppo tardi e cosa significa se sono infossate o, invece, troppo gonfie e sporgenti. Alcuni hanno paura di toccarle per timore di far del male al neonato, altri invece proprio non hanno piacere a toccarle (un po’ come accade nei confronti dell’ombelico). In questo articolo andremo quindi ad affrontare tutti questi aspetti per conoscere al meglio le fontanelle del neonato.

Il nome fontanella deriva dal fatto che, a volte, è possibile sentirle pulsare, come una piccola fontana appunto. Sono dunque delle aree anatomiche composte sia da tessuto fibroso sia da tessuto molle ma allo stesso tempo molto resistente, presente tra le varie parti del cranio.

La loro presenza permette al cranio del neonato di essere qualcosa di modellabile per favorire il passaggio nel canale del parto durante la nascita. Le fontanelle, nei primi mesi di vita, sono poi fondamentali per il rapido accrescimento del cranio.

Piano piano il tessuto osseo duro prende il posto di quello fibroso e le fontanelle non potranno essere più palpate, perché si saranno chiuse. Questo processo non avviene contemporaneamente e può durare fino ai due anni. La fontanella Bregmatica infatti si chiuderà tra i 12 e i 18 mesi del vostro piccolo. Quella lambdoidea invece, è la prima che si chiude e questo si verifica tra i 2 e i 3 mesi. Le fontanelle pteriche e asteriche invece si salderanno tra i 4 e i 6 mesi.

E se la fontanella si chiude troppo presto?! La presenza delle fontanelle, oltre a permettere di modellare il cranio durante il passaggio nel canale del parto, garantisce anche che le ossa del cranio possano adeguarsi alla crescita del cervello, che è molto rapida in particolare nel primo anno.

Una loro chiusura troppo precoce quindi può portare ad una prematura saldatura delle ossa del cranio che quindi potrebbe crescere in modo non regolare e, nei casi più importanti, portare delle conseguenze più serie dovute alla mancanza di spazio sufficiente alla crescita del cervello in una “scatola” che diventa troppo piccola per contenerlo.

E se la fontanella tarda a chiudersi?!
Una ritardata chiusura delle fontanelle va sempre inserita in una valutazione generale del bambino da parte del pediatra; andranno infatti presi in considerazione altri eventuali segni clinici che possono indirizzare verso una diagnosi.
Alcune malattie, in particolare l’ipotiroidismo ed il rachitismo (da carenza di vitamina D), ed alcune sindromi come la sindrome di Down, possono infatti manifestarsi  anche con un ritardo nell’ossificazione del cranio e quindi con la presenza di fontanelle ampie rispetto all’età del bambino.

Normalmente le fontanelle si palpano con il bambino in posizione seduta ed in un momento in cui è tranquillo: in questo caso il tessuto fibroso delle fontanelle è quasi allo stesso livello (o comunque poco al di sotto) di quello delle ossa del cranio ed è normale poter percepire con le dita delle pulsazioni.  Una fontanella sporgente, sollevata, tesa, palpata in un bambino in posizione seduta e tranquillo oppure sofferente e malato può invece essere il segno di un problema anche potenzialmente grave. Significa infatti che nell’interno del  cranio è possibile che si sta accumulando un eccesso di liquido oppure si sta verificando la crescita di una massa che occupa spazio e quindi fa sollevare la fontanella.

Invece, una fontanella che si palpa ben al di sotto delle ossa è spesso collegata ad una disidratazione del bambino e può essere un segno di allarme. In generale, questo avviene quando i liquidi assunti sono insufficienti o non compensano quelli che si perdono. La disidratazione è comunque accompagnata da altri segni quali scarsa emissione di urine, irritabilità, sonnolenza eccessiva, bocca e labbra secche, pianto senza lacrime.

È importante che ogni professionista che si rapporti ai piccolini conosca al meglio le fontanelle e sia a conoscenza delle caratteristiche che le contraddistinguono.
È bello anche poter informare i genitori per renderli maggiormente consapevoli e preparati per osservare il proprio bambino e gli eventuali cambiamenti che possono intercorrere nel suo sviluppo neuropsicomotorio!

Abbiamo quindi capito quanto il cranio del neonato possa essere un elemento delicato e vulnerabile. Sarà quindi importante non sottovalutarne eventuali dismorfismi o asimmetrie. A tal proposito vi suggerisco la lettura del mio articolo riguardo l’utilizzo del cuscino in età pediatrica.

Vi abbraccio.

E.